Elezioni in Grecia, Germania come capro espiatorio

Questo articolo dovrebbe essere tradotto in Italiano e circolato su giornali Italiani.

Ho letto interviste italiane con europatrioti come Joschka Fischer e Helmut Schmidt, chi non se fregano di formulare una posizione tedesca. Anche il portavoce della Merkel, Jens Weidmann, coglie l’attenzione benevole dei corrierini soltanto presentandosi come superpatriota europeista.

La NYT spiega bene, perché il radicalismo di sinistra può anche essere una scelta ragionevole per i greci oggi.

A qualcuno magari dispiace il mio discorso poco generoso con i poveri greci.

Ma chi non parla chiaramente della responsabilità dei deboli per le sue scelte rischia di sostenere una logica dove i più forti divengono capri espiatori. Tutt’altro che castigazione selettiva, solo presa di atto della realtà.

Il problema è che l’euro è stato fondato sotto la premessa che ciascun paese cura per se stesso (divieto d’assistenza, no bailout). Quest’euro non esiste più è vale meglio dirlo, dissolvendolo.

Certo, l’euro esiste già, ci sono rischi sistemici. Chi lascia bruciare le case altrui sulla base della considerazione che chi le abitava non è stato evidentemente scrupoloso e attento, si troverà presto ad avere a che fare con l’intera città in fiamme.

Vorrei in questo caso che si spenga il fuoco con un chiaro piano di dissoluzione dell’euro o al meno di esito dall’euro dei deboli che non possono vivere senza assistenza permanente. Dissolvere l’euro costerà anche soldi ma meno di mantenerlo. Il paragone con il Texas non funziona perchè in Europa sarebbe una storia senza fine. La Germania ha pagato 2 trillioni per la riunificazione con 17 milioni cittadini, ma l’Europa ne ha più di 350 milioni e, oltre i soldi tedeschi, non vuole davvero una unificazione.

Con un pò più di fortuna, p.e. un’ondata di crescita economica, il concetto di salvataggio, magari faciendo fuori qualche paese troppo debole, potrebbe anche aver funzionato e risultato nella fondazione d’un nuovo stato unitario europeo. Ma anche questo calcolo sembra d’essere del tutto infondato adesso. La competitività dell’Europa non si può comprare con programmi come vorrebbero Krugman e la gran parte dei anglosassoni, e i soldi non ci sono, non si potranno ottenere a tassi ragionevoli anche con eurobonds.