Secondo un nuovo libro influente, 70% degli italiani è pressoché analfabeta o analfabeta di ritorno: non legge niente, fatica a comprendere testi. Il opinionista del Corriere ed altri attribuiscono un degrado di cultura e politica al progresso della tecnica. |
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Non è tutto nuovo ma è apparso in una forma molto legibile nella rubrica d’opinione sulla prima pagina del Corriere della Sera di oggi 2010-10-22. Scrive Giovanni Sartori, professore di università che scrive spesso su problemi di civilisazione ed ecologia. Ci sotto qualche citazioni, a volte un po semplificate, dal suo testo. Devo aggiungere il mio pensiero e forse tradurre un po più tardi.
Forse si dovrebbe precisare che il progresso della tecnica, piutosto che contrastato, deve essere accompagnato da una presa di coscienza ed un sforzo educativo a parte della società e politica. Per esempio ci deve essere un sforzo di educare la gente nelle vere basi dell’informatica, cio è la programmazione, gli standard aperti e il software libero. Lasciare queste cose a un “mercato” che sfrutta le debolezze della gente per chiuderli in pratiche da homo videns non basta. Quando non si arriva all’altezza della tecnica, si cade nell’abisso dell’analfabetizzazione, forse un può come quelli indiani dell’America del Nord che, entrando nella civilisazione urbana, sono divenuti tossicodipendenti, o quelli popoli che hanno beneficiato della medicina moderna per moltiplicare la loro povertà. Nel stesso numero del Corriere c’è un altro articolo di Armando Torno intitolato “Il nuovo saggio di Emanuele Severino: Capitalsmo in Crisi: Colpa della Tecnica” su un’analisi, mi sembra, degli stessi fenomeni, ma talmente astratta che questa volta anch’io corro il rischio di essere contato fra i analfabeti. 1 Risorse
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